Vieri Righi: la Federazione Italiana Di Atletica Leggera ha un campione al Liceo Varchi
Abbiamo intervistato l’atleta Vieri Righi, che negli anni si è distinto a livello nazionale nello sport dell’atletica leggera, per cercare di comprendere le basi e il percorso di questa incredibile escalation
INTERVISTATORE: Ciao Vieri, di preciso di quali specialità ti occupi? RIGHI: Ciao, in realtà ne faccio un bel po’: corro nei 100, 200, 400 metri, nei 110 e nei 400 ostacoli e faccio il salto in lungo. I: Ormai è molto tempo che pratichi atletica, come è nata la tua passione? R: A dire il vero, me lo ha consigliato un amico diversi anni fa e da allora, con alti e bassi, sono rimasto appassionato di questo sport. I: Quindi non hai mai pensato di smettere di allenarti o di fare una pausa dall’atletica? R: Molte volte nel corso degli anni ho pensato di prendermi una pausa, fra l’altro anche recentemente, ma l’interesse per questo sport e soprattutto i risultati mi hanno spinto a continuare. I: Bene, parliamo di una tua gara tipo. Di solito hai qualche rito per il pre-gara? R: Ascolto sempre musica prima di correre, un po’ di tutti i generi. I: Quali sensazioni provi prima, durante e dopo una competizione? R: Prima, di solito sono molto emozionato; mentre corro sono solo concentrato sull’obiettivo quindi non provo niente; dopo ovviamente mi sento stanco, e, in base al risultato, soddisfatto o amareggiato. I: Quale è stata la gara più importante per te, fino a ora? R: La competizione più importante sono stati i campionati italiani indoor di quest’anno, un evento di tre giorni in cui i migliori atleti d’Italia gareggiano per il titolo. I: È andata bene, giusto? R: Sì, infatti ho registrato il miglior tempo dell’anno e personale. Poi sono arrivato primo sia in semifinale che in finale, quindi è stata un’esperienza indimenticabile. I: Complimenti! Sappiamo che sei considerato una promessa dell’atletica italiana, non senti mai pressione per questo? R: No, mai, grazie soprattutto alle persone che mi stanno intorno e non mi danno nessun motivo per averne. Anzi, più che motivo di pressione, questa consapevolezza è una spinta ad andare avanti e fare sempre meglio. I: Bene, passiamo all’esperienza in nazionale: sei stato convocato due volte: cosa si prova a vestire la maglia azzurra? R: La maglia della nazionale sicuramente ti fa provare molte emozioni, in particolar modo gioia e soddisfazione per gli sforzi fatti. I: Parlando del futuro, quali sono gli obiettivi che ti sei posto? Tra questi ci sono anche le Olimpiadi di Tokyo 2020? R: Se penso al concreto il mio obiettivo primario è la partecipazione ai Campionati Internazionali Giovanili. Le Olimpiadi direi che per ora sono solo un sogno, ma chissà. I: È sempre meglio sognare in grande dicono, no? Grazie Vieri per averci dedicato un po’ del tuo tempo e ci auguriamo che ci saranno altre occasioni per avere un’altra intervista con te! R: Grazie a voi!